Proxmox VE

Che cosa è Proxmox VE?

E’ un sistema di virtualizzazione (hypervisor) OpenSource: svolge gli stessi compiti dei più blasonati Vmware oppure XenServer (Citrix).

Sono venuto a conoscenza di Proxmox VE grazie ad una presentazione a cui partecipato durante il LinuxDay 2018, Fabio Fusili in 1 ora ha spiegato le caratteristiche principale e il funzionamento di questo ambiente. Ero alla ricerca di un sistema di virtualizzazione e questo ha alimentato la mia curiosità.

Vantaggi

Il primo vantaggio è questo: l’ambiente è basato su una distro Debian ed è in grado di funzionare su un’ampia scelta di hardware. Permette l’installazione anche su server datati.

Un secondo vantaggio è sicuramente il costo: la versione free non ha costi. Pagando è possibile avere aggiornamenti di Proxmox VE certificati oltre all’assistenza.

Piano tariffario

Un terzo vantaggio: avete visto le caratteristiche della versione completa di Vmware? Vi posso assicurare che parte di quelle opzioni sono presenti e funzionanti nella versione comunity: replica, HA, snapshot, migrazione degli host, backup.

Svantaggi

Se devo trovare uno svantaggio parlerei della documentazione: quella disponibile sul sito non è aggiornatissima. Quando ho avuto problemi ho però trovato soluzioni sparse sui forum e ho sempre trovato una soluzione.

I requisiti

Proxmox VE per funziona con tutto l’hardware supportato da Linux. In ambienti di produzione è consigliabile investire su un controller RAID di tipo hardware con cache e batteria tampone. La velocità dei processori e la quantità di memoria dipendono dal numero di host virtuali da avviare.

La prima prova

Tornato a casa ho scaricato la ISO e ho preparato una pendrive USB. Per le prove ho usato un Intel Nuc i5 con 8Gb di RAM e HDD da 1Tb. Per installarlo ho impiegato un quarto d’ora l’hardware è stato riconosciuto senza problema. Con 8 Gb di RAM ho optato per la creazione di 2 macchine virtuali (una Windows 10 e una Linux Ubuntu) ma non le ho eseguite contemporaneamente. Sono rimasto molto stupito: l’interfaccia è molto leggera e al tempo stesso completa. Gli host virtuali sono stati eseguiti senza problemi.

Siccome l’appetito vien mangiando ho provato l’installazione usando dispositivi di fascia più alta: server DELL R610 con 64Gb RAM e come storage ho usato Synology RS3614RPxs con collegamento con schede intel X540 a 10Gbit. A questo punto mi sono chiesto perché non usarlo in produzione?

L’ambiente ideale

Penso che non esista una ricetta… a seconda delle risorse HW ed economiche si possono adottare alcune strategie. Per sfruttare al meglio tutte le funzioni e si hanno fondi sufficienti è pensabile usare 2 server con dischi solo per l’avvio del sistema operativo, un NAS da usare come storage delle VM, switch e schede di rete 10Gbit (o 40Gbit) per il collegamenti tra questi dispositivi, un NAS per i backup.

Il motivo è molto semplice: in caso di guasto di 1 dei 2 nodi hypervisor con la modalità HA attiva le macchine virtuali si riavviano automaticamente sul nodo rimasto.

In caso di manutenzione di uno dei 2 server (aggiornamenti, espansioni, pulizia) è possibile migrare le vm sul secondo nodo senza spegnere la vm e in pochi secondi.

Il compromesso economico

In alcune occasioni ho installto PROXMOX VE su un server con storage interno (con controller RAID) e adottando un NAS per le operazioni di backup.

I prossimi passi…

Nei prossimi articoli descriverò come eseguire la migrazione da macchina fisica a virtuale (P2V) e da virtuale a virtuale (V2V).